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L’identikit del prestatore italiano di October

Dalla sua nascita a maggio 2017 fino ad oggi, October Italia ha erogato quasi 59 milioni di euro distribuiti su 108 progetti. Ne abbiamo approfittato per tratteggiare l’identikit del prestatore italiano, costruito su un campione di 3.200 individui che si sono rivolti alla nostra piattaforma per investire il proprio denaro a sostegno dell’economia reale.

Il successo di piattaforme di digital lending come October sta nella loro capacità di mettere in contatto diretto domanda e offerta di credito. A livello europeo sono  19.000 i prestatori attualmente attivi sulla nostra piattaforma (+20% rispetto a fine 2018). Il costante miglioramento della customer experience, unito alla capacità di attrarre imprese di qualità, è un elemento chiave per la diffusione di questa nuova asset class”Sergio Zocchi, CEO October Italia

Il prestatore tipo: uomo, 36-45 anni e residente in Lombardia

Gli uomini rappresentano quasi il 90% dei prestatori di October e si concentrano prevalentemente tra i 36 e i 45 anni (35%). Le fasce d’età 26-35 e 46-55 pesano ciascuna in ugual modo (25%). I prestatori tra i 18 e i 34 anni scelgono October con una probabilità doppia rispetto agli over 55. Non c’è da stupirsi se una generazione che è diventata maggiorenne durante la crisi finanziaria sia oggi diffidente nei confronti delle banche.

Si tratta di una generazione che, come emerso da una ricerca di mercato condotta nel 2017 da Scratch (società di consulenza creativa di Viacom che ha intervistato più di diecimila millennial negli Stati Uniti), ritiene che in futuro non avrà più bisogno di un istituto bancario. E guarda con curiosità a servizi finanziari innovativi offerti da aziende tecnologiche come Amazon, Google, Apple o Paypal.

Circa la metà dei prestatori October ha una professione impiegatizia. La parte restante è composta prevalentemente da quadri/dirigenti o liberi professionisti. In media, un prestatore su due ha figli. Il 44% dichiara un reddito annuale netto fino a 28mila euro mentre il 35% si colloca nella fascia tra i 28mila e i 55mila euro. Il 20%, infine, dichiara un reddito oltre i 55mila euro.

Ha un portafoglio ben diversificato

La maggioranza degli investitori in equity crowdfunding investe in una sola campagna, come evidenziato dal 4° Report italiano sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano. Il prestatore di October, invece, investe in media su oltre 50 operazioni con un ticket medio di 90 euro per un totale investito di 5mila euro. In media presta il 30% in più su progetti con rating A. Accetta, quindi, un rendimento inferiore a fronte di un profilo rischio più contenuto.

Ha compreso che la strategia più efficace per minimizzare il rischio di perdita del capitale è diversificare il portafoglio, riducendo così l’impatto dei default sul tasso di rendimento complessivo. I fattori principali che usa per diversificare sono il rating del progetto, il tasso, la durata del finanziamento e il settore di attività dell’impresa. Inoltre, la diversificazione geografica gli consente di ridurre il peso della dipendenza dall’economia domestica. Il prestatore October infatti presta a imprese non solo italiane ma anche francesi, spagnole e olandesi.

Se la Lombardia è la regione con la più alta concentrazione di prestatori, sono il Veneto e il Lazio ad avere il portafoglio medio più alto. Al Piemonte va invece il primato della regione con il numero più elevato di operazioni. Il record di prestiti appartiene a V., 43 anni, piemontese con 349 progetti in portafoglio.

È curioso, si fida della Rete e ha un chiodo fisso: diversificare i suoi investimenti

Il 60% dei prestatori ha conosciuto October grazie a forum e siti web, mentre per il 20% è stato decisivo il passaparola da parte di amici e famigliari. In un contesto di tassi di interesse a zero o addirittura negativi, la possibilità di investire in obbligazioni e titoli di stato non è così attraente per chi è alla ricerca di un rendimento per i propri risparmi.

Il 68% dei prestatori di October dichiara di aver investito i propri risparmi in fondi comuni di investimento ed ETF, il 51% ha un pacchetto azionario e il 40% ha un conto deposito. Il 30% ha esplorato modalità alternative per impiegare parte del proprio denaro ricorrendo al crowd-funding.

Non è quindi solo la ricerca di rendimento il principale motivo che spinge i prestatori a rivolgersi a October, quanto la necessità di diversificare gli investimenti e l’impatto sull’economia reale. Segue la curiosità verso una asset class emergente come il P2P lending che, secondo uno studio commissionato da Connection Capital, sta catalizzando l’attenzione degli High Net Worth Individual (HNWI). Il 25% di chi possiede un patrimonio personale di almeno 1 milione di euro investe un quinto delle proprie risorse in strumenti finanziari alternativi e svincolati dall’andamento dei mercati.