Di cosa si occupa la vostra azienda e come è cresciuta dal 1910 ad oggi?
“La Velcoc – Giacomini & Gambarova s.r.l. è un’azienda manifatturiera dedita alla produzione e commercializzazione di zerbini e rotoli, principalmente in cocco e gomma.
L’avventura commerciale della famiglia Giacomini inizia nel 1910, con la costituzione di una società artigiana dedita all’import di spezie dall’India. A questa attività si affianca ben presto, più precisamente nel 1912, il commercio dei filati in cocco”.
A cavallo tra le due guerre mondiali, l’impulso imprenditoriale e la propensione all’innovazione portano in breve tempo alla nascita dell’azienda di tessitura, in cui 120 operai lavorano alla produzione di zerbini in cocco.
“La seconda generazione è il motore che fa nascere la prima grande rivoluzione tecnologica, investendo in macchinari all’avanguardia e in personale specializzato.
Nel 1974 nasce il brand Velcoc che, col passare degli anni, diventa sinonimo di zerbini in fibra di cocco. È infatti attraverso questo marchio che l’azienda si posiziona come leader mondiale nella produzione e commercializzazione di tale prodotto.
Nel 1992 sono entrato ufficialmente nell’azienda come rappresentante della terza generazione, diventando il nuovo CEO”.
Con il suo arrivo al vertice, viene tagliato anche un nuovo traguardo, l’apertura di una società nel Kerala: di cosa si tratta?
“Nel 2000, grazie all’aiuto dei nostri collaboratori, abbiamo fondato la Kerafibertex Int. Pvt. Ltd nello stato del Kerala, nell’India sud-occidentale. Questa strategia era mirata a garantirci un approvvigionamento diretto del filato di cocco.
500 dipendenti e molteplici sedi produttive, dislocate nel raggio di 150 km dalla casa madre, hanno portato questa attività a diventare il fornitore principale di realtà come Target, The Home Depot, Ikea, e ad assicurarsi il primato mondiale di produttore ed esportatore di zerbini di cocco”.
Tante sfide, comprese quelle legate all’emergenza pandemica: come si è mossa la società?
“La nostra famiglia, per tradizione e per attitudine, ha sempre investito molto nella ricerca e nello sviluppo: in virtù di questo, agli inizi del 2020 sono stati acquistati 13 ettari di terreno coltivato a palme di cocco da fibra, con l’obiettivo di ottimizzare la produzione e gestire l’intero processo da monte a valle.
La pandemia ha notevolmente rallentato questo processo, ma allo stesso tempo ha dato la possibilità alla dirigenza di studiare la soluzione migliore: il progetto estremamente ambizioso prevede di mettere in piedi un’attività a impatto energetico ed ambientale zero”.
Dalle difficoltà, le aziende migliori fanno nascere le opportunità: di cosa si tratta esattamente?
“Nella lavorazione per ricavare la fibra di cocco dalle noci, si vanno a produrre una serie di materiali “di scarto”, che potrebbero poi venire riutilizzati in altri settori (come il gardening o l’edilizia ed anche come carburante per la centrale termica che verrà utilizzata per alimentare l’intero complesso).
Uno scarto che dà energia per produrre del nuovo materiale, derivante dalla coltivazione sostenibile (che a sua volta viene nutrita con altro materiale di scarto) è la massima aspirazione a cui l’azienda può tendere per fare proprio il concetto di Economia Circolare.
Il gruppo Giacomini opera nel quotidiano per garantire ai propri dipendenti e ai clienti la massima qualità con il minor impatto ambientale”.
Può indicarci qualche esempio di iniziativa messa in atto in questa direzione?
“Vorrei citarne alcune particolarmente significative:
- installazione di impianti fotovoltaici all’avanguardia negli stabilimenti in Italia e in India;
- utilizzo di materiali riciclati e/o produzioni di scarto di altre lavorazioni;
- sviluppo di macchinari per il recupero degli scarti di lavorazione degli zerbini, con possibilità di riutilizzo dello scarto del 100%;
- operazioni di welfare aziendale come Buoni Sodexo e Buoni carburante a tutti i dipendenti in Italia;
- rifacimento e implementazione mensa aziendale totalmente gratuita in India”.
Abbiamo avuto l’occasione di conoscere la sua azienda in seguito a una richiesta di finanziamento: ci può descrivere la sua esperienza?
“Come in tanti altri settori, l’emergenza pandemica ha avuto un impatto sulla filiera produttiva: il finanziamento ci ha consentito di gestire un surplus nelle scorte di magazzino.
L’esperienza con October, conosciuto grazie al supporto fornitoci da Warrant Hub (Tinexta Group), è stata decisamente positiva: professionalità, competenza e velocità sono fattori chiave nella richiesta di un finanziamento ed è quello che abbiamo trovato in questa occasione”.